spett studio espongo 2018 segu

Spett.le studio, con la presente espongo quanto segue. Nel 2018, in seguito alla dipartita di mio padre io ed altri 2 fratelli abbiamo ereditato un'immobile di proprietà. Pochi mesi fa, nonostante la richiesta di successione presentata, sempre nel 2018, da un Patronato all'Agenzia delle Entrate, casualmente, sono venuto a conoscenza, attraverso visura dell'immobile, che lo stesso risulta ancora intestato al de cuius. Inoltre, di contro e per precauzione di informazioni incrociate, ho estratto anche una visura a mio nome che dimostra che io, oltre agli altri 2 fratelli, non sia intestatario di alcun bene immobile, quindi anche di quello del de cuius nostro padre. Pertanto, il primo quesito che pongo è il seguente: nella misura in cui i miei fratelli, con accordo tra noi, hanno avviato, tramite agenzia immobiliare la messa in vendita dell'immobile, risultando l'immobile ancora intestato al solo de cuius, risulterebbe legale l'atto di vendita con le nostre firme, ancor prima che, attraverso apposita voltura, il bene ereditato diventi, a tutti gli effetti di legge di nostra proprietà? Il quesito viene posto poiché l'agente immobiliare insiste nell'affermare che il problema sia di poco conto poiché, seppur la firma di autorizzazione alla vendita venga apposta in data pregressa, la voltura dell'immobile avverrebbe contestualmente con un atto notarile. E quel "contestualmente" mi suscita aria di inciucio, dato che la visura a mio nome non mi fa risultare comproprietario di 1/3 dell'immobile ereditato e quindi, di conseguenza, non mi permette di agire della mia parte di comunione del bene per poter esercitare legalmente un diritto di vendita. Attendo lumi in merito. Secondo punto. Abito da sempre nell'immobile del de cuius poiché celibe e senza figli, da me curato e seguito in vita, nonostante egli sia sempre stato più che autosufficiente. Ho 59 anni, sono senza lavoro e senza alcun ammortizzatore sociale ed, a tutt'oggi, risulto avere il permesso di usufrutto dell'immobile, concesso dai miei fratelli. Sebbene io, fin da subito la dipartita di mio padre non mi sia mai opposto alla vendita dell'immobile e mi sia intestato totalmente la TARSU (TAssa Rifiuti Solidi Urbani), per non farla gravare ai miei fratelli, nonché provveduto, di mia iniziativa ad onorare la spesa annuale di assicurazione sull'immobile, i miei fratelli, su un prezzo pattuito di 175.000€, hanno deciso di accettare un'unica offerta stracciata di 140000€ alla quale io mi sono opposto, considerando che l'immobile, da parte dell'Osservatorio dell'Agenzia delle Entrate, risulta avere una quotazione minima di riferimento di 940€/m² che, moltiplicati per la metratura cubica, attestano il valore a 195.000€, che sono già abbondantemente al di sotto dei 175.000 di partenza. Pertanto, il secondo quesito che pongo è il seguente: Confermando il mio rifiuto a vendere ad un prezzo troppo inferiore e nella misura in cui io abbia sottoscritto un contratto annuale con l'agenzia immobiliare, con scadenza a settembre, posso rifiutare la suddetta offerta senza conseguenze di contenzioso con i miei fratelli o con lo stesso agente immobiliare? Appare implicito che il tal quesito non troverebbe sussistenza nel qual caso voi mi comunicaste che io, comunque non potrei acconsentire la vendita prima di un'avvenuta voltura dell'immobile. Il terzo quesito che pongo è il seguente: Nella misura in cui io sia già stato additato a colui che sta usufruendo di un bene, seppur con missiva legale abbia comunicato agli altri 2 fratelli che rimarrebbero liberi di trasferirsi anche loro nell'immobile ancorché non divisibile negli spazi, in caso di richiesta ad un Giudice per lo scioglimento del bene e successiva asta, considerando che la stessa non è paragonabile ad una giudiziale per il ristoro di crediti altrui, può il nostro immobile essere fortemente deprezzato oppure dovrà necessariamente essere valutato, previa valutazione peritale, secondo i parametri anche minimi dell'OMI (Osservatorio Mercato Immobiliare) dell'AGENZIA ENTRATE? Il quarto ed ultimo quesito che pongo è il seguente: Nell'eventualità di un'asta per lo scioglimento della comunione del bene, nella misura in cui io debba liberare l'immobile nel termine di 6 mesi ed in quella che non saprei come vivere e dove andare, maturerei dei diritti civili di assistenza? Chiedo scusa per essermi dilungato ma, da buon ex servitore dello Stato, sto solo cercando di prevenire eventuali reati concernenti una presunta illegalità nella vendita dell'immobile non volturato, nel tentativo di prevenire spiacevoli conseguenze di carattere fiscale. Nell'attesa di una vostra risposta vi invio i più cordiali saluti.

Richiesta del 15/02/2024 nella categoria avvocato civilista.


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