viviamo casa stata concessa marito

Noi viviamo in una casa che ci è stata concessa da uno zio di mio marito nel 2003, abbiamo ristrutturato il tetto e eseguito le modifiche per renderla vivibile. Questo zio, scapolo, è deceduto nel 2011, la casa dove abitiamo è collegata da un cortile interno con la casa vecchia e una falegnameria dei nonni di mio marito. I coeredi sono mia suocera, il figlio di un fratello deceduto e i figli di una sorella deceduta, a dicembre 2019 insieme con i parenti, abbiamo deciso di regolarizzare il tutto. Di comune accordo la divisione notarile è: i terreni siti in Sangavino ai figli della sorella, a mia suocera e l'altro cugino la casa dove abitiamo noi, la casa vecchia e la falegnameria. L'atto notarile l'abbiamo pagato noi, perché questo cugino voleva liberarsi della sua parte di eredità, abbiamo dei messaggi e dei testimoni, tra cui geometra, notaio e gli altri familiari presenti il giorno della divisione. In procinto dell'atto di donazione (già concordato con geometra e notaio) che dovevano farci mia suocera e questo cugino, e dopo aver pagato noi anche la variazione catastale, riceviamo la lettera dall'avvocato di questo cugino chiedendoci l'affitto dal 2003 e la sua parte di eredità, ci siamo rivolti ad un legale e dopo quasi 4 anni, a novembre abbiamo avuto la notizia che: o paghiamo la parte che ci chiede questo cugino o la casa sarà messa all'asta. Noi e gli altri eredi abbiamo fatto la divisione dal notaio solo perché lui non voleva più la casa vecchia perché diceva di dichiarare molto nella denuncia dei redditi perché proprietario di vari immobili, noi non volevamo la parte vecchia. Lavoro solo io, mio marito ha un importante invalidità e abbiamo una figlia di 18 anni. Noi non vogliamo la casa vecchia e non abbiamo i soldi per pagargliela, vorrei sapere se davvero la casa può essere venduta all'asta anche se noi ci abitiamo da 20 anni. grazie

Richiesta del 30/11/2023 nella categoria avvocato civilista.